
La riscossione delle imposte, ferma per effetto della pandemia, riprenderà successivamente al 30 Aprile 2021, data nella quale cesserà il periodo di sospensione. È quanto previsto dall' articolo 4, comma 1, lettera a) del D.L. n. 41/2021. Si tratta di un provvedimento che è ancora all'esame del parlamento per l'approvazione e che potrebbe dunque riservare ancora sorprese (positive per i contribuenti).
Questi ultimi dovranno ricominciare a fare i conti con l’attività di notifica di cartelle di pagamento e pignoramenti, coordinandosi con i propri consulenti per le relative opposizioni. Per le iscrizioni a ruolo, poi, va considerata la possibilità della rateazione dei relativi carichi, rispetto alla quale dovrebbe manifestarsi una maggiore “generosità” (sia in termini di concessione che di allungamento delle scadenze) da parte degli organi preposti. Altrimenti: contenzioso! (ricordandosi però che nelle cartelle di pagamento può essere compresa la riscossione di crediti pertinenti a soggetti diversi, dunque non necessariamente si tratta di crediti fiscali (vi possono essere multe, contributi, ecc.).
Attenzione, allora, anche al giudice
competente per l’opposizione (per i crediti non aventi natura fiscale non è la
Commissione Tributaria) ed al termine per proporre le proprie doglianze (può
essere inferiore ai 60 giorni previsti per le somme richieste dall’Agenzia
delle Entrate).

La ripresa dell'attività di notifica degli atti da parte dell'Agenzia delle Entrate comporterà l'invio ai contribuenti anche degli avvisi bonari, quegli atti cioè nei quali si segnala la necessità di integrare versamenti di imposta non effettuati correttamente. In proposito l'articolo 5 del “decreto sostegni” (D.L. 41 del 2021, in corso di conversione in Parlamento) prevede però la possibilità di definire gli avvisi stessi con il pagamento della sola imposta, dunque senza interessi e sanzioni, per i contribuenti i quali abbiano avuto una riduzione del loro volume d’affari pari ad almeno il 30% nel 2020 rispetto al volume d’affari del 2019.
La misura si propone di contemperare la necessità del rispetto degli obblighi fiscali con la presa d’atto delle difficoltà economiche derivanti dalla pandemia.
Sarà la stessa Agenzia delle Entrate ad inviare una proposta di definizione concernente l'indicazione dell'imposta dovuta: proposta alla quale naturalmente il contribuente non è obbligato ad aderire, e che non esclude l'impugnabilità degli avvisi stessi, qualora essi siano ritenuti infondati.